Dieci famiglie sgomberate per rischio di frane a lamezia

27 02 2010

Dieci famiglie,in tutto 25 persone, sono state fatte evacuare ieri a Lamezia, nelle frazioni di Sambiase tra Cantarelle, Miglieria, Caria e Crozzano. In mattinata il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, insieme all’assessore ai lavori pubblici Pino Zaffina, e dal consigliere Giovanni Gallo, ha effettuato un sopralluogo nella zona. Diversi i punti in cui sono state registrate frane o smottamenti con pericolo diretto per le persone e le abitazioni. Da qui la decisione di sgombero di alcune abitazioni e disporre il monitoraggio costante dell’area





Primarie Lamezia: intervista a Gianni Speranza

13 02 2010

Cinque anni fa Gianni Speranza è stato eletto sindaco di Lamezia Terme, una città difficile, al centro della Calabria, con settantamila abitanti. Una esperienza amministrativa, la sua, che ha segnato un punto di riferimento sul fronte della difesa della legalità e della affermazione della dignità del territorio, del contrasto agli interessi speculativi e mafiosi. Cinque anni in cui non sono mancate intimidazioni e minacce.

Eppure, a scadenza del primo mandato, un po’ come è accaduto in Puglia per Nichi Vendola, la sua ricandidatura per le contraddizioni interne al PD innanzitutto non è sostenuta da una parte di quel partito, nonostante, in questo caso, non vi fosse a giustificare la scelta neanche il presupposto di un possibile allargamento dell’alleanza all’Udc.

Il giudizio nel centrosinistra sulla tua esperienza amministrativa è in larga parte positivo. Con quale spirito ti trovi a dover affrontare le elezioni e eventuali primarie?

Con lo spirito di chi pone gli interessi della città prima di tutto. Con lo spirito di chi crede nella necessità di costruire un nuovo centrosinistra. Proprio per questo avevo accettato un percorso che pure mi sembrava inutile. Ma di fronte alle difficoltà emerse nella coalizione, ho ritenuto necessario, proprio per l’interesse di Lamezia, porre la mia candidatura rilanciando le buone ragioni del centrosinistra e dell’amministrazione di questi anni. Ho accettato le primarie per evitare lacerazioni nella coalizione.

Quali risultati rivendichi principalmente per la tua amministrazione?

Ho preso un Comune che era stato sciolto per mafia, commissariato, con gli uffici abbandonati a se stessi e con l’impossibilità di poter contrarre mutui. Il prestigio della città all’esterno era ridotto a zero. Tanti lametini si sentivano mortificati. Non avevamo la maggioranza in consiglio e si aveva come la sensazione che presto si sarebbe tornati a votare. Invece abbiamo resistito ed in cinque anni abbiamo realizzato opere pubbliche, eventi, iniziative che hanno ridato dignità a Lamezia, restituendole l’immagine di una città non più ripiegata su sé stessa, ma proiettata verso il futuro. Abbiamo riqualificato e fatto rivivere interi pezzi del territorio. Abbiamo animato molti luoghi con iniziative ed eventi, sottraendo alla criminalità spazi che sono diventati nuovi luoghi di socialità. Lo abbiamo fatto non soltanto lasciando una amministrazione sana, ma anche contenendo tariffe e tributi, prevedendo sgravi per le imprese colpite dal racket e dall’estorsione e misure agevolate per le giovani coppie e i pensionati, attivando il microcredito.

Quali prospettive intravedi per un territorio così difficile come il lametino e, più in generale, per la Calabria?

Purtroppo nel quinquennio trascorso la disoccupazione è cresciuta e la povertà si è estesa in tutto il Paese. La situazione è quindi molto difficile in un territorio assediato dall’illegalità diffusa e della criminalità organizzata. La Calabria è al limite delle sue possibilità. La ‘ndrangheta da una parte, lo Stato, la Regione e gli enti locali dall’altra si fronteggiano, quando non si sfiorano o colludono. L’unica possibilità di invertire il degrado è quella di produrre buona politica e buona amministrazione. Noi abbiamo dato un segnale facendo sì che il Comune di Lamezia Terme si costituisse parte civile in più processi per mafia. Questi sono esempi che vanno al di là di qualsiasi azione amministrativa. Poi abbiamo individuato delle linee di sviluppo puntando sul distretto agroalimentare di qualità e sul polo di ricerca agroalimentare, sulla Zona Franca Urbana, sull’area termale, sulla trasformazione dell’area ex Sir, luogo emblematico di una industrializzazione fallita nel Mezzogiorno. Siamo i primi e finora gli unici ad aver firmato il Patto per lo Sviluppo con la Regione e la Provincia per le grandi infrastrutture. Abbiamo destinato consistenti investimenti per il parco d’impresa e l’autoporto e indirizzato 65 milioni di euro per lo sviluppo dell’aeroporto, mentre sono previsti 199 milioni di euro per la metropolitana di superficie. Così, attivando centinaia di milioni di euro di risorse, cerchiamo di disegnare uno sviluppo diverso, ma è evidente che le forze del ristagno e della rassegnazione cercheranno di riemergere.

Secondo te la politica oggi è in grado di comprendere la portata dei problemi che si trova di fronte o è chiusa nel suo universo autorferenziale?

Quelli trascorsi sono stati cinque anni di impegno totale, rinunce e anche mortificazione. La cosa che mi ha fatto stare più male è stato essere accusato di trasformismo e aver messo in moto questa logica pur di galleggiare. E invece ho cercato sempre di costruire un clima di rispetto e non di rissa. E sono soddisfatto di essere stato sempre coerente. Sinceramente, a volte, non sono riuscito a capire quanto la politica guardasse agli interessi dei cittadini e quanto ai propri.

A Lamezia Terme si ripeterà lo schema pugliese?

In questi anni abbiamo dimostrato capacità di governo e fino all’ultimo giorno sarò il sindaco di tutti di lametini. Credo che sia stata un’esperienza eccezionale e penso che si possa valorizzare, che ci sia tutta la volontà e l’entusiasmo per fare ancora meglio. Il valore di questa esperienza è bene comune. Penso che possiamo migliorarla e rilanciarla ancora più in grande. Nichi Vendola è un leader nazionale. Io nel mio piccolo ho cercato di dare dignità a Lamezia, di caratterizzare quest’esperienza oltre l’ambito locale e di fare un laboratorio di buone prassi amministrative.

Di Valerio De Nardo





D’Ippolito: risolverò il problema dei rom

21 12 2009
C’erano tutti i più grossi calibri del Pdl ieri mattina al “D’Ippolito Day”. E la candidata a sindaco Ida d’Ippolito si carica d’energia saltando sul palco dell’Umberto pieno di gente: «In questa città non abbiamo bisogno di terzini, ma di un centravanti». Grida al microfono. E dalle prime file l’incitamento da stadio: «Vai Ida!» e un applauso scrosciante.
Con in sottofondo la musichetta “Meno male che Silvio c’è” parte la maratona elettorale della parlamentare che ha deciso di tornare a far politica nella sua città. E d’Ippolito prende di petto diversi problemi, tra cui quello della sua presenza a Lamezia in questi ultimi 15 anni trascorsi tra Senato e Camera. «Forse i cittadini m’hanno sentito lontana, ma lavoravo per risolvere i problemi di questa città: tribunale, forze dell’ordine, zona franca urbana, autostrada, aeroporto».
Poi passa all’autoblu che l’ha scortata per sette anni, e che potrebbe aver creato un ostacolo tra lei e i lametini. La parlamentare ricorda che era il 31 marzo 2001 quando venne trovato un ordigno inesploso davanti al cancello del giardino della sua villa, nella zona nord della città. «Era la vigilia di Pasqua, e solo una casualità ne impedì lo scoppio», dice con voce tesa, «da allora è iniziato un periodo drammatico. Avrei fatto a meno volentieri della scorta. Su richiesta delle forze dell’ordine mio marito dovette allontanarsi per un anno da questa città. Ai carabinieri della scorta scherzando dicevo di sentirmi agli arresti domiciliari permanenti».
Poi cambia tono: «Da febbraio la scorta non c’è più. Basta, è il momento che finisca questa strumentalizzazione della macchina blu di Ida d’Ippolito».
Poi gli strali contro l’avversario: «Gianni Speranza è una persona amabile, un bravo ragazzo, ma dov’è la guida forte che questa città reclama?». Poi un altro interrogativo a muso duro: «Un sindaco dev’essere solo una brava persona, o deve difendere gli interessi della sua città?».
Sale sul palco visibilmente emozionata Ida d’Ippolito, ma dopo qualche minuto cambia, e passa all’attacco: «Questa è la città delle opportunità mancate, del tempo perso, non c’è nessun esempio virtuoso come a Reggio Calabria».
Poco prima aveva parlato proprio il sindaco della città dello Stretto. Giuseppe Scopelliti anche da candidato governatore del Pdl dà il pieno sostegno a d’Ippolito: «A Reggio nel giro di qualche anno abbiamo risolto il problema dei rom». E d’Ippolito davanti ai suoi elettori prende lo stesso impegno per Scordovillo, mettendo il dito nella piaga di un problema che l’amministrazione Speranza non ha nemmeno toccato di striscio.
Scopelliti fa un paragone: «Lamezia è com’era Reggio 8 anni fa quando fui eletto sindaco, è senza prospettive e non è cresciuto nulla in questi anni. La città ha molte aspettative ma non c’è un disegno molto chiaro su cosa si vuole fare di Lamezia, che identità le si vuole dare, quale fisionomia».
Pino Galati di solito è seduto a pochi scranni distante dalla collega d’Ippolito a Montecitorio. Dice rassicurante: «A marzo avremo un governatore calabrese e un sindaco, con la probabilità che qualche lametino possa diventare assessore regionale». Mentre Michele Traversa nell’intervento precedente dà Galati come futuro sottosegretario nel governo Berlusconi. Meno male che Silvio c’è, perchè finora nessun calabrese doc è entrato in quest’ultimo esecutivo.
Galati incita gli elettori di centrodestra ad evitare il voto disgiunto, e ricorda che alle ultime europee un lametino su due aveva votato Pdl. Anche alle scorse comunali la coalizione di centrodestra vinse, ma tanti di quei voti finirono sul sindaco Speranza invece che sul candidato Gianfranco Luzzo.
E mentre gli elettori di centrodestra riflettono arriva una pioggia di messaggi dall’alto, tutti indirizzati a Ida d’Ippolito: i ministri Tremonti, Scajola, Alfano e Carfagna, e poi Cicchitto, Golfo ed altri ancora. Con i migliori auguri per l’elezione.
Sul palco salgono cinque cittadini. Una signora parla di scarafaggi per strada e pulizia che non c’è, un neolaureato dice che è stato costretto a emigrare per lavoro, un ingegnere allarma sul dissesto geologico, un avvocato si lamenta del traffico urbano, un imprenditore edile sottolinea che in città non si batte un chiodo e mancano le gru. La campagna elettorale entra nel vivo. Ed è Wanda Ferro, presidente della Provincia, a ricordare a chi non ne fosse ancora convinto che l’unica candidata del Pdl è Ida d’Ippolito.
Articolo originale di V. Leonetti su Gazzetta del Sud