Arrestati 15 nomadi. Rubavano le auto e chiedevano un riscatto per la restituzione

25 02 2010

Avevano creato una sorta di concessionaria delle auto rubate le 15 persone arrestate stamani a Lamezia Terme e Curinga nel corso dell’operazione “Ambassador”, condotta dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme. I quindici arrestati, tra cui un minore e quasi tutti di etnia rom, sono accusati di furto, estorsione tentata e consumata. Ad Acconia di Curinga, infatti, i carabinieri hanno trovato un magazzino dove gli arrestati aveva nascosto numerose auto rubate e per le quali era stata chiesta una somma di denaro in cambio della restituzione al legittimo proprietario (il cosiddetto “cavallo di ritorno”) che, a volte, raggiungeva anche i 1000 euro.

Nell’ambito del gruppo ognuno aveva un compito ben preciso che andava dal furto dell’auto, al sopralluogo, alla scelta della zona da colpire, all’appoggio. Secondo il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello, “si era creata una ronda criminale”. Da qui la contestazione anche dell’associazione a delinquere. Nel corso delle indagini, durate tre mesi e portate avanti anche con intercettazioni telefoniche, i carabinieri hanno scoperto 30 furti d’auto compiuti, non solo a Lamezia, ma anche in altre località nelle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia. Base logistica dell’organizzazione era il campo rom di località Scordovillo. Tra le difficoltà incontrate dai carabinieri c’é stato il dialetto stretto usato dagli arrestati che, spesso, come spiegato dal capitano Stefano Bove, parlavano del furto come della “mbasciata”, da cui è derivato il nome dato all’operazione.

Gli arrestati sono Roberto Berlingieri (28 anni); Salvatore Molinaro (37); Luca Bevilacqua (26); Tonino Bevilacqua (28); Fiore Berlingieri (41); Antonio Bevilacqua (32); Cosimo Passalacqua (37); Beatrice Andrea Paraschiva (22), romena; Robert George Paraschiva (37), romeno, al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari. Ai domiciliari sono stati posti anche Mara Panzarella (33); Zaccaria Ben Moussa (20); Yosef Ben Moussa (23); Gli altri arrestati sono D.B. (17), M.C. (19) e D.A. (19). Sono indagate anche cinque vittime.





I carabinieri arrestano un italiano ed un polacco per violenza, resistenza a pubblico ufficiale e violazione di domicilio

28 01 2010

Due persone sono state tratte in arresto dai carabinieri della locale compagnia in due distinti interventi. Si tratta di due uomini, un italiano ed un polacco. Il primo, T.D. 34 anni, è stato arresto con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale; il secondo P.W., 35 anni, polacco, è stato fermato per violazione di domicilio con violenza sulle cose. T. D. è stato arrestato in flagranza di reato dai militari della stazione Scalo nel corso di un controllo alla circolazione stradale.
Durante la verifica a T.D., i militari della stazione Scalo gli contestavano il mancato uso delle cinture di sicurezza. Una notificazione non condivisa dal giovane, il quale contestando il lavoro dei carabinieri è andato in escandescenza, cominciando a proferire parole ingiuriose e di minaccia nei loro confronti.
In base alla tesi dell’accusa, avrebbe cercato in ogni modo di impedire che gli stessi procedessero alla redazione del verbale di contestazione.
A quel punto, visto che il giovane non dava segnali di calma, anzi, continuava ad agitarsi e ad inveire ancora di più, anche alla presenza di altri utenti della strada in transito, i militari dell’Arma, dopo aver atteso l’arrivo di un’altra pattuglia di rinforzo, hanno deciso di trasferire il giovane in caserma dove è stato dichiarato in di arresto per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Arresto che ieri mattina è stato convalidato dall’autorità giudiziaria che, in ogni modo, ha ritenuto di non dover applicare alcuna misura cautelare al giovane perché incensurato.
Il secondo arresto, sempre in flagranza di reato, è stato operato dai carabinieri della stazione di Gizzeria.
L’arresto è scattato dopo la richiesta d’intervento da parte del proprietario di un appartamento ubicato a Gizzeria, il quale, alcuni giorni prima, aveva dato ospitalità ad un conoscente, P.W., polacco e senza fissa dimora, a condizione, tuttavia, che di lì a poco tempo avrebbe dovuto trovarsi un’altra sistemazione.
Impegno non mantenuto.
Da qui la decisione del proprietario di casa, dopo aver constato che l’ospite non aveva ancora lasciato l’abitazione, di metterlo alla porta.
Ieri mattina, tuttavia, la sorpresa: il polacco, dopo aver atteso che il proprietario dell’appartamento si allontanasse, ha forzato la porta d’ingresso dell’abitazione occupandola nuovamente.
Da qui l’intervento dei militari che, raccolta la denuncia del proprietario, hanno dichiarato in arresto il polacco per violazione di domicilio con violenza sulle cose e danneggiamento.
I servizi proseguono nel territorio di competenza per prevenire il fenomeno dei reati e per assicurare una tranquilla e civile convivenza, anche nei quartieri ritenuti “a rischio”.





Chiarimento del Sindaco sul rifornimento dei mezzi comunali presso il distributore di carburante sequestrato nella maxi operazione della Polizia

2 12 2009

“Con i beni di natura illecita l’economia sana della città ne avrà sicuramente giovamento da tutti i punti di vista; così come spero che ne possano trarre giovamento anche i diritti delle persone che lavorano in queste strutture”.
Questo quanto dichiarato dal sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza commentando l’operazione di polizia che ha portato al sequestro e alla confisca di beni per quasi 20 milioni di euro a Lamezia Terme.

Il sindaco ha poi precisato di avere interpellato gli uffici comunali competenti in merito alla convenzione del Comune con la Q8 per il rifornimento di carburante dei mezzi comunali, dato che tra i beni sequestrati a Vincenzo Perri, c’è anche un distributore di benzina utilizzato dal Comune. In particolare, il sindaco ha precisato che c’è una convenzione nazionale tre le pubbliche amministrazioni e la Q8 curata dalla Consip, per cui il Comune di Lamezia rifornisce i propri automezzi di carburante nei vari distributori Q8 esistenti in città e le relative fatture sono emesse dalla sede centrale di Milano e non dai titolari dei singoli impianti.