Doris Lo Moro ai lametini: “Ce la possiamo fare!”

31 12 2009


Una lettera ai lametini per riprendere in maniera diretta e più intensa il dialogo con una città che per ben due volte l’ha eletta sindaco e che, durante i suoi due mandati amministrativi, ha vissuto un periodo di forte rinascita morale e sociale: una parentesi felice tra i due scioglimenti per mafia del civico consesso. La lettera è di Doris Lo Moro, già primo cittadino lametino ed ex assessore regionale alla Sanità, attualmente deputato del Pd che ieri mattina ha ufficializzato la sua candidatura alle primarie per governatore.
La parlamentare ha spiegato che la missiva indirizzata ai lametini «costituisce un primo passo, la prima interlocuzione di un politico che vuole prima di tutto confrontarsi col territorio da cui proviene e in cui si sente radicato». Da parte dell’ex sindaco molto accorata la riflessione sulla città che ha governato dal 1993 al 2001. «Lamezia è una città cui spesso si fa riferimento perché ha perso molti appuntamenti importanti, ma le tante occasioni mancate non devono rimanere tali – ha ribadito Lo Moro – ma in passato non sempre è stato così, molte sono state le opportunità e le realtà propositive offerte dal territorio».
A questo proposito la parlamentare ha citato l’area ex Sir che proprio durante la sua amministrazione si è delineata come l’area industriale più vasta ed importante di tutto il Sud. La deputata, fra le tante ragioni che l’hanno spinta a candidarsi alle primarie, ha indicato anche quella di voler impegnarsi perché a Lamezia venga finalmente riconosciuto il suo ruolo strategico in Calabria.
«La politica è responsabile della situazione di degrado, anche morale, in cui siamo precipitati nel tempo – ha scritto Lo Moro nella sua missiva – Ma una certa responsabilità ce l’ha anche chi cade nella trappola e si rassegna a subire, rinunciando perfino alla sua libertà di pensiero e alla sua dignità». Doris Lo Moro si è detta certa del fatto che si possa operare diversamente: «Noi lametini – ha sottolineato – sappiamo che si possono creare prospettive e posti di lavoro, che si possono gestire appalti e denaro senza clientele e favoritismi».