La Zfu cancellata dal governo Arriva la zona a burocrazia zero

26 07 2010

Zona franca urbana o zona a burocrazia zero? La seconda esclude la prima, o possono coesistere? «Un po’ di verità non guasterebbe visto che ormai non siamo più in campagna elettorale», dice Antonio Palmieri, ex assessore comunale alle Attività produttive e segretario generale della Camera di commercio di Reggio. Queste domande sono nate lunedì scorso dalle parole del ministro Roberto Maroni a Palazzo Maddamme che ha annunciato le zone a burocrazia zero, pur non trattandosi di una novità perchè sono previste dalla manovra finanziaria del governo Berlusconi varata il 31 maggio scorso. Per Antonio Palmieri «la conclusione è la scomparsa della zona franca urbana (Zfu) lametina e quindi di uno strumento che, al di là dei limiti naturalmente legati alla sua sperimentazione, avrebbe potuto rappresentare un’opportunità, cioè la cosiddetta fiscalità di vantaggio, per colmare il divario tra Sud e Nord del paese». Qualche giorno fa la zona a burocrazia zero citata da Maroni era stata definita una “bufala” dal presidente di Confcommercio Salvatore Cittadino. Che giustamente chiedeva che fine avesse fatto la Zfu istituita con la Finanziaria di tre anni fa e ancora un fantasma. Si tratta di aree cittadine in cui le aziende sarebbero esentate dai tributi. Il governo per Lamezia aveva stanziato 4,8 milioni di euro in due anni. Non si trattava di finanziamenti, ma di sgravi fiscali. A questi s’erano aggiunti i finanziamenti comunitari del Patto per lo sviluppo lametino, e s’arriva a 10 milioni. Ma su questo fronte è tutto bloccato, il ministro Giulio Tremonti non ama la parola defiscalizzazione. Il 31 maggio con il decreto 78 il governo ha approvato una manovra finanziaria da 24 miliardi di euro. Dentro ci ha messo anche la zona a burocrazia zero. Ch eviene commentata così da Palmieri: «La sua istituzione è demandata esclusivamente al governo, diversamente dalla Zfu che veniva gestita dagli enti territoriali. Inoltre è previsto il commissariamento delle procedure e dell’utilizzo delle aree». Questo significa che se un’azienda fa domanda a decidere è il commissario dopo aver indetto una conferenza dei servizi fra tutte le parti interessate. Il commissario può essere il prefetto o comunque qualcuno delegato dal governo. Osserva Palmieri: «Ai sindaci verrebbe pertanto demandata solo la gestione delle risorse destinate alle zone franche urbane, non attraverso l’erogazione di incentivi automatici ma con l’assegnazione di contributi, come se questa procedura fosse scevra da burocrazia. Ma la storia degli incentivi finanziari c’insegna il contrario». La semplificazione burocratica consiste in questo: un’azienda quando parte deve comunicare al commissario una “segnalazione certificata d’inizio attività” (Scia). Ma l’articolo 43 della manovra non chiarisce diversi punti, innanzitutto quello se le Zfu potranno coesistere con le zone a burocrazia zero. Per ipotesi si potrebbero avere due aree interessate in città: l’ex Sir dalla manovra finanziaria ed i terreni di Rotoli per la Zfu. E visto che per la Zfu s’aspetta da tre anni, per la zona a burocrazia zero bisogna attendere questa settimana in cui ci sarà l’ultimo esame della manovra alla Camera dopo l’approvazione in Senato. E proprio sull’articolo 43 c’è una pioggia di emendamenti di maggioranza e opposizione.


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